sopra: corridoio del rep. maternità, terrazzo e panorama dalla S. Famiglia
La Santa Famiglia, nota clinica romana situata in Prati, è una delle sole 2 strutture di Roma (l'altra è la Fabia Mater) ad aver ricevuto dall'Unicef il bollino blu dell'infanzia.
Marrazzo ha infatti decretato che, nell'ambito di un piano che prevede la soppressione di 1500 posti letto nella sanità laziale (di cui 1140 nelle strutture private accreditate) vengano eliminate le convenzioni a circa 30 diverse cliniche, tra cui appunto questa.
In base a questo decreto, la casa di cura in questione, come le altre incluse nel "piano-Marrazzo", avrebbe tre mesi per trasformarsi in casa di riposo per anziani. Riconversione peraltro alquanto difficoltosa in un tempo così breve, come mi ha spiegato la Dottoressa Elga Rizzo, Direttrice Sanitaria della Santa Famiglia. In ogni caso la struttura cosi com'è scomparirebbe, insieme al suo ottimo reparto di maternità.
La Santa Famiglia vanta infatti un reparto di neonatologia d'eccezione, in cui viene adottato il rooming-in, cioè si lascia il neonato sempre con la madre (cosa che è molto piu' costosa e complessa da gestire rispetto a tenerlo in un nido, per esempio di notte, ma offre garanzie maggiori per l'allattamento oltre ad un maggior rispetto dei tempi personali di ogni neonato,) inoltre la casa di cura garantisce un'assistenza al bambino e alla madre, dopo la nascita, 24 ore su 24, gratuita (sperimentata personalmente ed ottima).
Io sono la prima a dire, in genere: risparmiamo, eliminiamo gli sprechi, soprattutto quando ricadono a carico della collettività. Però in questo caso non sembra che questo decreto abbia come finalità un risparmio per lo Stato; infatti la Santa Famiglia si paga gli stipendi del personale da sola (circa 200 persone tra medici, infermieri, ostetriche, ecc.) ed il resto lo riceve a prestazione dallo Stato, sulla base dei DRG che comunque questo pagherebbe ugualmente (e per lo stesso importo) se i parti avvenissero in un altro ospedale.
Quindi perchè farla chiudere?
Martedì 30 Settembre dalle 13.00 alle 18.00 si terrà un sit-in a Largo Chigi indetto dall'AIOP, Associazione Italiana Ospedalità Privata, per difendere le strutture convenzionate coinvolte ed i loro 2700 dipendenti dal licenziamento.
Se chiuderà questa clinica vi sarà un danno per tante persone, a partire dall'utenza futura ma anche per chi vi ha partorito (che non avrà più l'assistenza postnatale).
Un grazie a Degradodiroma, Dellevittorie e a Biscoteca che hanno gentilmente dato spazio alla notizia.
Per protestare contro questa chiusura potete scrivere a Marrazzo usando questo indirizzo email: dilloamarrazzo@regione.lazio.it Per conoscenza mandare a questo indirizzo: difensore.civico@regione.lazio.it
AGGIORNAMENTO: la Casa di Cura Santa Famiglia non ha chiuso e sembra scongiurata per ora una chiusura del reparto maternità (per dettagli leggere la comunicazione dello Staff di Marrazzo nei commenti a questo post). Spero che le future mamme romane tornino a scegliere questa struttura per il parto, in quanto ultimamente - essendosi diffuso il timore di una sua prossima chiusura- il reparto maternità si presentava deserto.
Questa casa di cura, accreditata presso il SSN, in cui avvengono ben 1500 parti l'anno, molti dei quali mandati da altri Ospedali, come il Fatebenefratelli, a causa del decreto n° 25 emesso da Piero Marrazzo, in qualità di commissario ad acta della Regione Lazio, lo scorso 11 settembre, con tutta probabilità sarà costretta a chiudere i battenti il prossimo 31 Dicembre.
Marrazzo ha infatti decretato che, nell'ambito di un piano che prevede la soppressione di 1500 posti letto nella sanità laziale (di cui 1140 nelle strutture private accreditate) vengano eliminate le convenzioni a circa 30 diverse cliniche, tra cui appunto questa.
In base a questo decreto, la casa di cura in questione, come le altre incluse nel "piano-Marrazzo", avrebbe tre mesi per trasformarsi in casa di riposo per anziani. Riconversione peraltro alquanto difficoltosa in un tempo così breve, come mi ha spiegato la Dottoressa Elga Rizzo, Direttrice Sanitaria della Santa Famiglia. In ogni caso la struttura cosi com'è scomparirebbe, insieme al suo ottimo reparto di maternità.
La Santa Famiglia vanta infatti un reparto di neonatologia d'eccezione, in cui viene adottato il rooming-in, cioè si lascia il neonato sempre con la madre (cosa che è molto piu' costosa e complessa da gestire rispetto a tenerlo in un nido, per esempio di notte, ma offre garanzie maggiori per l'allattamento oltre ad un maggior rispetto dei tempi personali di ogni neonato,) inoltre la casa di cura garantisce un'assistenza al bambino e alla madre, dopo la nascita, 24 ore su 24, gratuita (sperimentata personalmente ed ottima).
Io sono la prima a dire, in genere: risparmiamo, eliminiamo gli sprechi, soprattutto quando ricadono a carico della collettività. Però in questo caso non sembra che questo decreto abbia come finalità un risparmio per lo Stato; infatti la Santa Famiglia si paga gli stipendi del personale da sola (circa 200 persone tra medici, infermieri, ostetriche, ecc.) ed il resto lo riceve a prestazione dallo Stato, sulla base dei DRG che comunque questo pagherebbe ugualmente (e per lo stesso importo) se i parti avvenissero in un altro ospedale.
Quindi perchè farla chiudere?
Martedì 30 Settembre dalle 13.00 alle 18.00 si terrà un sit-in a Largo Chigi indetto dall'AIOP, Associazione Italiana Ospedalità Privata, per difendere le strutture convenzionate coinvolte ed i loro 2700 dipendenti dal licenziamento.
Se chiuderà questa clinica vi sarà un danno per tante persone, a partire dall'utenza futura ma anche per chi vi ha partorito (che non avrà più l'assistenza postnatale).
Un grazie a Degradodiroma, Dellevittorie e a Biscoteca che hanno gentilmente dato spazio alla notizia.
Per protestare contro questa chiusura potete scrivere a Marrazzo usando questo indirizzo email: dilloamarrazzo@regione.lazio.
AGGIORNAMENTO: la Casa di Cura Santa Famiglia non ha chiuso e sembra scongiurata per ora una chiusura del reparto maternità (per dettagli leggere la comunicazione dello Staff di Marrazzo nei commenti a questo post). Spero che le future mamme romane tornino a scegliere questa struttura per il parto, in quanto ultimamente - essendosi diffuso il timore di una sua prossima chiusura- il reparto maternità si presentava deserto.