sabato 26 ottobre 2013

Domenica 3 novembre a Villa Ada si corre per l'autismo



Domenica 3 novembre ore 10.00 a Villa Ada si svolgerà la manifestazione "Corriamo per l'Autismo". Una iniziativa per raccogliere fondi al fine di finanziare i progetti dell'associazione Divento Grande Onlus
L'iniziativa si articola in una gara competitiva di 8 km e una "passeggiata" non competitiva di 4 km .
La quota di partecipazione è di 10 euro comprensiva di maglietta ricordo.
Invitiamo tutti ad esserci e a diffondere la notizia dell'evento. 
Ogni partecipante in più sarà un piccolo contributo per aiutare questi ragazzi.

 

martedì 16 luglio 2013

Se ti scade il permesso della ZTL…

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Forse non tutti i residenti nel centro storico della Capitale sanno che il permesso per entrare in ZTL scade ogni 5 anni.
Qualche anno fa, in occasione della modifica delle varie zone della ZTL di Roma, il Comune aveva inviato ai residenti una lettera tramite la posta in cui si veniva sollecitati a rinnovare il permesso per cambiarlo in “R”.
A quanto mi è stato riferito dall'operatore dell'ufficio rinnovo permessi, solo una minima percentuale di residenti aveva risposto al promemoria del Comune cosicchè quest’ultimo ha pensato bene di..eliminare qualunque promemoria per il cittadino – chiaramente senza avvisare- e lasciare che i residenti se lo ricordino da sè.
E a chi non si ricorda – o non può rinnovare il permesso in tempo per motivi di viaggio od altro- cosa succede? Paga una mora?
NO! semplicemente inizia ad essere trattato come un non residente che accede (pazzo, lui!) alla ZTL quando non potrebbe: infatti ogni volta che la sua autovettura passa sotto un varco acceso..gli viene elevata una multa da 80€, che con le spese di notifica alla fine arriva a circa 100€.
E’ successo alla sottoscritta che colpevole di avere una cattiva memoria – ha ricevuto 7 multe per soli tre giorni di “violazione” (anche due o tre nello stesso giorno, come se l’ingresso in ZTL in uno stesso giorno a distanza di un’ora non fosse da considerarsi un’unica “violazione”!)

Quanto costerebbe al Comune inviare una lettera, o una email o un sms per ricordare al cittadino di rinnovare il permesso invece di procedere a notificare tutte queste contravvenzioni? 

E’ giusto che nonostante non si sia perso lo status di residente in ZTL si debba essere trattati alla stregua di chi chi invece quello status non ce l'ha?

No, secondo la sottoscritta e anche secondo i tanti giudici interpellati da altri cittadini (vedi qui, qui e qui).

Un suggerimento per il Comune: dal momento che l’Agenzia per la mobilità effettua periodicamente controlli sulle residenze dei cittadini provvedendo a cancellare quei permessi non più validi per cessazione della residenza in centro, perchè non rendere il permesso ZTL senza scadenza? In questo modo per il Comune si eliminerebbero le spese di notifica di quelle multe elevate ai cittadini (che poi i giudici devono per forza annullare) ed i cittadini risparmierebbero tempo (e soldi per gli avvocati!).

In alternativa ripristinerei l’avviso di scadenza via posta/email o sms che tante altre amministrazioni adottano al giorno d’oggi, questo farebbe risparmiare soldi e tempo ad entrambe le parti.

AGGIORNAMENTO DEL 18-7-13: Ieri ho scritto all'Assessorato alla Mobilità del Comune esponendo il mio problema e dopo qualche ora sono stata ricontattata dagli uffici del Dipartimento che mi hanno detto che quest'anno hanno inviato 27.000 promemoria per la scadenza del permesso (a me però non è arrivato) e che comunque mi aiuteranno a risolverlo. (Molto efficienti, oltre che gentili!)


mercoledì 12 giugno 2013

Petizione: contro le "potature" del Comune di Roma


 sopra: Via A. Poerio a Monteverde Vecchio prima e dopo le recenti potature

Gli alberi nella foto sopra - a destra- adornavano via Alessandro Poerio, una delle più belle di Monteverde Vecchio a Roma, finchè il Comune non ha deciso, recentemente, di procedere a delle "potature" radicali. In quest'azione, alcuni alberi sono stati ridotti a soli tronchi e di molti altri si sono tagliati tutti i rami e perfino i palchi principali. E questa non è l’unica Via della città ad aver subito questo trattamento.

Nonostante non sia esperta di verde pubblico, questi tagli mi sono parsi perlomeno strani, quindi mi sono informata da un amico botanico, il quale, dopo aver visto le fotografie inviategli, mi ha confermato che “il taglio delle branche principali di un albero è consigliabile solo in casi particolari (malattie, danni, marciumi, etc.), mentre normalmente è bene non effettuare tale operazione, in quanto le grosse ferite provocate dalla rimozione di palchi di grosso diametro espongono i tessuti vegetali interni all'attacco di agenti patogeni che possono risultare letali.” E' possibile che tutti gli alberi di questa Via fossero malati? Non credo. Però a quanto pare potrebbero diventarlo, essendo stati così mal tagliati.

E' forse questo che vuole il Comune di Roma, ridurre la presenza di alberi in città, proprio quando tutte le ultime ricerche e tendenze delle città più moderne vanno nel senso opposto?
Ricordiamoci che gli alberi sono fondamentali per la nostra vita: sono infatti un filtro che ci permette di respirare aria pulita. Con la "fotosintesi" trasformano l'acqua e l'anidride carbonica in ossigeno utilizzando l'energia dei raggi solari che colpiscono le foglie (ecco che meno foglie ha l'albero, minor ossigeno riuscirà a produrre).
Ogni albero produce in media 20-30 litri di ossigeno al giorno, ogni uomo necessita in media di 300 litri di ossigeno al giorno per vivere sano, quindi ad ognuno di noi serve l'ossigeno prodotto da almeno 10 alberi (con le foglie!)

Una città senza alberi è una città senza ossigeno e quindi non salutare per i suoi abitanti.
E' chiaro che costa meno al Comune fare una grossa 'potatura' ogni tanto piuttosto che delle potature minori più spesso. Ma se gli alberi si ammaleranno, il Comune dovrà comunque spendere soldi per abbatterli. 
Chiediamo quindi al Comune di rispettare gli alberi presenti in città e la salute dei cittadini, eseguendo – laddove necessario- delle potature corrette e affidando tali interventi ad aziende qualificate, che prevedano la presenza di un botanico (di solito io noto solo operai dotati di motosega) e di ripiantare nei vari quartieri tutti gli alberi abbattuti in passato e mai sostituiti.

Scriviamo:

A: Servizio Giardini di Roma, Direttore Servizio Giardini, Assessorato all'Ambiente, Sindaco di Roma


Oggetto: 

"Gentili Signori,

Vi scrivo per esprimere la mia preoccupazione per gli interventi di potatura degli alberi, effettuati recentemente dal Comune di Roma e attualmente in corso in alcune Vie della Capitale (per es. Viale Dei Quattro Venti a Monteverde).

Perfino ad un occhio inesperto, è evidente come queste potature siano esagerate ed eseguite senza perizia; non vengono infatti tagliati solo i rami minori ma troppo spesso anche i grossi rami alla base ed in molti casi gli alberi vengono ridotti ad un tronco con pochi monconi.

Come qualunque botanico bravo potrà confermare, il taglio di grossi palchi di un albero è consigliabile solo nel caso in cui la pianta sia malata, in caso contrario esso rischia di esporre le piante così mutilate ad agenti patogeni che nel futuro potrebbero minare la loro stessa salute.
Gli alberi sono gli unici che producono l'ossigeno che nella nostra città è sempre più scarso. Ne servono di più e non di meno per contrastare l'inquinamento che continua a crescere nelle nostre
strade e case. 
Non è giusto che gli alberi vengano potati malamente e siano potenzialmente esposti a malattie o alla morte. 
Sarebbe possibile far sì che un botanico fosse sempre presente agli interventi di potatura? Di solito si notano solo operai dotati di motosega.

Sarebbe inoltre utile che venissero ripiantati tutti gli alberi tagliati durante questi interventi.

Vi ringrazio ed in attesa di un Vostro gentile segno di riscontro Vi porgo

Cordiali saluti,

(nome, cognome)"


 



domenica 12 maggio 2013

DEFIBRILLATORI: OLTRE L’EMOTIVITA’

Ricevo e pubblico:

DEFIBRILLATORI: OLTRE L’EMOTIVITA’

E’ di pochi giorni fa (26 aprile 2013) il decreto dei ministri della Salute e dello Sport che stabilisce, fra l’altro, le regole per la dotazione obbligatoria di defibrillatori automatici esterni (DAE) per le società sportive, professionistiche e dilettantistiche.

Bene! Bene?

Il decreto attua una precedente norma (art 7, comma 11,  del d.l. n. 158 del 13 settembre 2012, convertito dalla legge n. 189 dell'8 novembre 2012) che individua una priorità di intervento “cardioprotettivo” nelle società sportive, peraltro non rispondente ad alcun riscontro obiettivo: l’arresto cardiaco improvviso si verifica in casi molto diversi e soprattutto sul luogo di lavoro.

L’accelerazione verso le società sportive ha una spiegazione evidentemente “emotiva”: la morte, in diretta TV, del calciatore Piermario Morosini. Ma quello di Morosini è solo uno dei casi di arresto cardiaco improvviso, che in Italia sono circa 60 mila l’anno e che l’intervento tempestivo con un defibrillatore potrebbe “salvare” almeno per metà (dati Stazione Termini di Roma).

Perché il defibrillatore? Perché ovunque? I morti per incidente stradale, di cui tanto si parla sui mezzi di informazione, sono ogni anno, in Italia, poco meno di 4.000. I morti per arresto cardiaco improvviso sono 60.000.

Sulla sicurezza stradale, giustamente, si investe moltissimo da decenni; sulla prevenzione dell’arresto cardiaco improvviso, che “pesa” 15 volte di più, solo dal 2012.

Inevitabilmente gli stanziamenti di risorse finanziarie pubbliche sono modesti tenuto conto della lunga “dimenticanza” del problema. In media, gli interventi di defibrillazione risolvono positivamente il 50% degli arresti cardiaci improvvisi, con esiti migliori in funzione della tempestività del trattamento.

Senza l’aiuto della solidarietà privata, non sarà possibile recuperare il tempo perduto. Con gli 8 milioni di euro attualmente impegnati dal bilancio dello Stato, il sostegno finanziario alle tantissime società sportive obbligate dalla legge a dotarsi di defibrillatore, è poco superiore ai 50 euro ciascuna, a fronte di una spesa per l’acquisto di un defibrillatore di circa 1000 euro.

Dopodiché ci sono decine di migliaia di luoghi ad alta frequentazione (centri commerciali, stazioni, aeroporti, aziende, alberghi, ecc.) dove i piani regionali dovranno prevedere l’installazione di defibrillatori.

Invitiamo le forze politiche a tutti i livelli, e le rappresentanze del lavoro e della società civile, ad affrontare seriamente la prevenzione dell’arresto cardiaco improvviso. Non è con interventi “ad effetto” che si risolve la questione.

Viste le condizioni drammatiche della finanza pubblica, occorre attivare un grande progetto che coinvolga le aziende medie e grandi, sia di stimolo alla solidarietà privata, permetta di realizzare, in tempi ragionevoli, un sistema diffuso di presidio “cardioprotettivo” sul territorio.

Roma, 8 maggio 2013

Rossella Lorenzotti
rossella.lorenzotti@gmail.com
cell.: 340.7175184

domenica 5 maggio 2013

Non solo i politici..

..imbrattano Roma, ma anche i privati cittadini! 
Questa foto l'ho scattata qualche giorno fa lungo Via Quirino Majorana. L'Associazione "Compagnia dell'Anello" è arrivata laddove neanche i politici si erano avventurati finora nell'ambito delle affissioni selvagge: usare una palina dell'autobus come pannello su cui affiggere una sua pubblicità.
L'evento è passato, inoltre, ma l'Associazione chiaramente non ha rimosso l'affissione.

E' inutile lamentarci dei politici che ad ogni elezione ci imbrattano Roma (adesso meno di prima, mi sembra, forse tutte le proteste dei cittadini sui blog sono servite..) se poi noi cittadini facciamo anche peggio. 

Non ho nulla di personale contro questa Associazione, ma chi segue questo Blog sa come io ritenga ingiustificata qualunque affissione illegale (poi lo dice il nome stesso che è contro la legge) e di questa Associazione ho avuto purtroppo modo di vedere un'altra grande affissione selvaggia lungo il tunnel di Corso d'Italia.  

Se volete scrivere anche voi alla Compagnia dell'Anello (chissà perchè non lo fa il Comune? o l'Atac) potete inviare la seguente email:

A: info@compagniadellanello.net

Gentili Signori,

Vi scrivo per chiedervi cortesemente di rimuovere le Vostre affissioni illegali all'interno della città di Roma (Via Quirino Majorana, Corso d'Italia ed altre, se ne avete). Roma è una città storica ed una delle più belle città del mondo e va rispettata e non imbrattata di poster e manifesti illegali.
L'affissione selvaggia danneggia tutti, incluso chi la pratica, contribuisce al degrado cittadino e dà il cattivo esempio agli altri. 
Esistono tanti altri modi, più efficienti e legali, per ottenere visibilità, per primo la Rete Internet che senza alterare l'estetica della città, può servire per pubblicizzarsi.
Se siete un gruppo musicale valido lo dimostrerete con il Vostro operato, non servono le affissioni selvagge.

Vi ringrazio,

Cordiali saluti,

(firma)

venerdì 15 marzo 2013

Perchè si è fermato il restauro di Villa Borghese?




Ricevo e pubblico:

"GLI AMICI DI VILLA BORGHESE, ITALIA NOSTRA, LEGAMBIENTE CHIEDONO...
 Perché è fermo il restauro del verde a Villa Borghese alla vigilia del Concorso di Piazza di Siena?
                                         
Gli Amici di Villa Borghese, Italia Nostra e Legambiente chiedono di sapere l’effettivo motivo della sospensione del restauro del verde a Villa Borghese, finanziato con il notevole esborso di oltre 1 milione di euro dei soldi dei contribuenti.

Premesso che il restauro vuole ricostituire il disegno originario dei vialetti di Villa Borghese all’interno di un Parco di importanza internazionale, vincolato in quanto monumento storico
, artistico, naturalistico, e sottoposto a un vincolo specifico inderogabile, che consente al suo interno lo svolgimento di sole tre operazioni: mantenere, conservare, restaurare.
Chiediamo una risposta ufficiale a queste domande:

Perché non è stata ultimata la piantagione dei cespugli di alloro nell’area di Piazza di Siena, lungo Viale dei Pupazzi, disposta già lo scorso ottobre?
Si fa notare che tutte le siepi sono state ripristinate, AD ECCEZIONE di alcuni tratti corrispondenti a squarci provocati dalle strutture di varie manifestazioni, e soprattutto  funzionali al posizionamento delle pedane del villaggio Vip e al passaggio dei mezzi pesanti del Concorso.

 - Perché non è stata ultimata la piantagione dei cespugli di bosso a reintegrare le siepi storiche della vasca centrale di Piazza di Siena?
Queste erano state devastate dalle tante manifestazioni. Ancora una volta, gran parte dell’anello è stato reintegrato, AD ECCEZIONE di alcuni tratti dove tornano a poggiare, anno dopo anno, le strutture del Concorso.

Perché non sono stati messi a dimora i cipressi mancanti attorno all’anello centrale di Piazza di Siena? 
La piantumazione dei cipressi, fedele al disegno originale di Piazza di Siena, era stata disposta malgrado la consapevolezza che il ritorno dei cipressi abbattuti avrebbe in alcuni punti intralciato la vista delle gare del Concorso. L’Assessorato all’Ambiente aveva giustamente privilegiato il restauro del Parco monumentale. I soldi c’erano, la stagione era perfetta.

Perché non è stato ripristinato il tappeto erboso all’imbocco di Viale della Pineta (ora Viale Alberto Sordi) sullo spiazzo artificiale di ghiaia, creato nel tempo dal passaggio dei mezzi pesanti e l’utilizzo come deposito da parte degli allestitori del Concorso?
Anche questo era stato disposto dall’Assessorato all’Ambiente nell’ottobre scorso.
 
I romani e le associazioni di tutela chiedono conto dei soldi da loro investiti nella rinascita di Villa Borghese. Non vorremmo che i lavori si arenassero per motivi estranei alla tutela del Parco. Che prendesse forma, inoltre, l’incredibile dichiarazione della rappresentante della Fise, organizzatrice del Concorso, pronunciata di fronte alle autorità comunali e alle associazioni: «L’avevamo detto! Non dovevate ripiantare!», dopo avere ottenuto la conferma che parte delle siepi appena ripiantate saranno d’intralcio all’installazione del Villaggio Vip.   

Quest’anno le elezioni per il nuovo Sindaco di Roma coincideranno con l’apertura del Concorso di Piazza di Siena. I cittadini-elettori valuteranno se il restauro corrisponde davvero all’interesse della cittadinanza, unica legittima proprietaria di Villa Borghese, com’è stabilito dal “vincolo perpetuo” imposto al Comune di Roma dalla Carta di cessione della Villa:
“La Villa Borghese ... è vincolata perpetuamente ad uso pubblico improduttivo della cittadinanza romana e nazionale”. La sua rinascita e manutenzione non può essere piegata ad alcun interesse di parte.
E ancora: “il Municipio di Roma...si assoggetta alle condizioni... obbligandosi... di conservarla PERPETUAMENTE a questa destinazione, e di ridonarle la pristina magnificenza sia per le piantagioni sia per le opere artistiche”.
Quella Carta resta vincolante.
 
Alix Van Buren, Presidente Amici di Villa Borghese
Vanna Mannucci, Vicepresidente Italia Nostra Roma
Lorenzo Parlati, Presidente Legambiente Lazio"